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Ribelli da divano
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Ribelli da divano
Vi avverto che mi sono rotto di sentire
Le stronzate della gente che scrive su internet
Che dà un valore alla rivoluzione
Dicendo che rimane il metodo migliore
Per fare pulizia con la violenza
E porre fine ad ogni indecenza.
Sono stanco di tutte le parole
Vuote e prive di dolore
Tirate in aria senza pudore
Tese a punire lo stupido elettore
Che fa bene ad urlare
Magari davanti al telegiornale
Che sono tutti dei buffoni
Bravi solo a fare i ladroni
Trovo solo che sia inusuale
Che la fine del mondo non sia globale
A sentirti parlare si direbbe che
Qui l’unico innocente saresti te
Sono sempre i ricchi a rubare
E in guerra è stato un altro a sparare
E allora ascoltate: la colpa è mia!
Difenderò la Democrazia!
Anche nel fango in cui l’avete gettata
La renderò ancora più sacra
È sempre questa la questione principale
Saper distinguere il bene dal male
E se la destra sono i cattivi
Tanto la sinistra non sa governare
Lo dico perché credo sia il momento di cambiare
Ma io non ho voglia, lasciamo a chi sa fare
O meglio raccontare con tante belle offese
in che direzione debba andare il Paese.
Di una cosa però sono sicuro:
votare è come prenderlo nel culo
E visto che tanto è tutto uguale
Io aspetto sul divano il pranzo di Natale
E non mi frega niente se tutto va a puttane
Tanto farò sempre come cazzo mi pare
Quello che si chiama “stato sociale”
Non tiene conto del mio carico fiscale.
E allora dimmi se è sbagliato
Combattere ciò che ci hanno dato
E guarda che il mito del progresso
Rimane da anni sempre lo stesso
Non puoi sperare che tutto cambi
Se prima non rimediamo ai danni
E allora ascoltate: sarà colpa mia
E voglio che così sia
Fate ciò che volete, ma ve lo giuro:
Io lotterò per il vostro futuro!
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2. |
La nuova rivoluzione
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La nuova rivoluzione
Prendo la penna
E sparo sulla folla
Domani sveglieremo
Il boia che molla
La scure sulle teste
Dei teologi atei
Laureati e consacrati
Ai pensieri apatici
Voterò il partito
Dei liberi pensatori
Non so cosa vuol dire
Ma so che sono i migliori
Ho un diploma spendibile
In ben quaranta nazioni
Magari un giorno la smetterò
Di scrivere canzoni
Parole indipendenti
Frizzano nell’aria
Stabili occupati
Oh città rivoluzionaria
Noi non vogliamo
La disubbidienza civile
Sennò il governo
Ci manda a dormire
Occuperemo domani
Il sistema globale
Ci sdraieremo tutti
Su nostri divani
Tappatevi la bocca
E attaccate la connessione
Mettetevi le cuffie
E accendete il televisore
Sconvolgeremo la Terra
Con la nostra indignazione
Preparatevi tutti
Alla nuova rivoluzione
Occuperemo le poltrone
I tappeti e i salotti
Fanculo gli scioperi
E i politici corrotti
A me sta bene
Questa situazione
Si mangia, si dorme
E si fa l’amore
La vita è troppo breve
Per viverla incazzati
Vi propongo un brindisi
Per i sistemi democratici
Ed ecco è questa
La mia innovazione
In ostinata e contraria
Direzione
Sono bravi tutti
A prendersela col mondo
Io invece offendo
L’uomo giocondo
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3. |
Appunti di filosofia
02:32
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Appunti di filosofia
Cosa farai? senza un diploma dove vai
l'istruzione sarà il tuo unico padrone
Se sei un giovane maturo, ti piace lavorare
Guadagnare più denaro per poterlo sputtanare
Vivere ogni giorno aspettando domani
Scordandosi sempre che oggi sarà ieri
Inseguire come un cane il porco agosto balneare
Le feste, gli sconosciuti ed i regali di natale
Senza pensare poi alla religione
la fede in Dio, ma mi prendete per coglione?
Sulla Chiesa penso, non ci sia da dire altro
che Maria è l'unica donna sverginata nel parto
e poi che bella la televisione
starei lì a guardarla per ore
ed ora che è tardi: è ora di dormire
di cullare le tristezze e la paura dell'avvenire
Amore, lo sai che poi la voglia passa
e sposarsi è una cosa così bassa
e noiosa, quindi cara facciamolo e basta
Ma perché non sei più così entusiasta?
e se c'è una cosa che mi da soddisfazione
sarà il bere, la droga o il rumore
io non bevo perché soffro e sto male
bevo perché è bello potersi avvelenare
e tutto quel che ho non è che rumore
Che mi riempie di paure in ogni situazione
Non voglio perdere anche i miei sogni
Perciò sto buttando così i miei giorni
e allora no! io non ci sto!
che sia l'ultima cosa che farò!
vi mostrerò che le mie scelte saranno distruttive
per voi stolte ed inconsce anime sepolte
Sarò responsabile di ogni deviazione
Di ogni sbaglio e di ogni errore
Subirò le colpe del mio agire
Là sarò pianto e stridore di denti
ma sarà sempre meglio che vivere da perdenti!
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4. |
Cosa mi serve
02:16
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Cosa mi serve
E sia!
Non ho un nome per questa malinconia
Che mi prende mi assale e mi porta via con se
Come se, avessi sbagliato posto
E mi trovassi in un luogo che non conosco
A quindici anni mi piaceva lavorare
E pensavo anche che fosse normale
Avere un sogno da dover realizzare
E sperare che sia vero Babbo Natale
Ma menomale che poi c’è l’università
Che ti insegna a fare baldoria in città
E la vita diventa molto più bella
Quando ti accorgi che non è più quella
La felicità , pare sia in un bicchierino
Tra un filtro ed un bel purino
Chi la trova per primo mi faccia un fischio
Non sono un servo, ma dirò: “Obbedisco!”
Ho studiato cinque anni l’economia
E vi posso dire che è una porcheria
Scusate il giudizio un po’ volgare
Ma a me piace parlare male
Delle cose che muovono le nostre giornate
Il lavoro, lo studio o le fidanzate
Che più vai avanti più ti rendi conto
Che non era un amore cos’ profondo
E non resta altro che la noia
La malinconia che ti dicevo prima
Sapere che sei giovane e forte
Mentre a me sembra di aspettare la morte
E non avere nulla da rimpiangere
Forse meno voglia di restare al margine
A che cosa serve tutta questa paura?
A che cosa serve ? Ma che cosa serve ?
Per avere un futuro tranquillo e sereno
Come se la tristezza potesse venir meno
E se davvero il dolore è eterno
Come mai l’amore è così bello?
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5. |
L'anarchico
03:42
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L’anarchico
Vedi, Franco, siamo ancora qua
A marciare per un po’ di libertà.
La stanchezza di avere un ideale
Ci regala voglia di manifestare.
Ti ricordi i volti dei poliziotti?
E i fumogeni lanciati sopra i loro occhi?
E le grida dei borghesi che correvano
Di qua e di là, ma dove andremo?
Dove andremo? Chi lo sa
E io giornali raccontano stronzate
Come sempre ci prendono a mazzate.
E ci rinchiuderanno per l’eternità
Ma cosa vogliono questi figli di papà?
Li vedi adesso tutti questi ragazzini?
Ad urlare e a picchiarsi contro i celerini?
Non sono più come noi quarant’anni fa
Ma ormai il paese è questo qua.
Vedi, Franco, ormai noi siamo stanchi
Di morire uno dopo l’altro nelle carceri.
E il nostro ordine senza troppe regole
È ammuffito sui tetti e fra le tegole.
E voi, ribelli da salotto e da divano
A voi, che tanto piace urlare piano
Democratici estremisti, rivoluzionari in erba
È grazie a voi se si annega in un mare di merda
È grazie a voi se ci uccidono nelle prigioni
Ci pestano e ci defenestrano come tanti aquiloni
Tiranni e schiavi insieme, sembra una pazzia
E invece no, si chiama Democrazia.
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6. |
La giostra
03:26
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La giostra
Vi voglio parlare del mio Paese
Perché a volte i media non fanno il loro dovere
Lo so, è giusto, che voi siate stanchi
Di ascoltare vagabondi che si fingono cantanti
Ma almeno una volta ascoltatemi un poco
Ché sarò imparziale come l’arbitro di un giuoco
Non fidatevi però delle mie opinioni
Che sono solamente estranee considerazioni
Ma via, su, che cosa ci dice Ragioniere?
In questo Paese tutto funziona bene
È vero, ci sarà anche qualche gradasso
Ma non possiamo far’ di tutti gli stronzi un fascio
Che poi, se ci pensate, il fumare fa bene
Un po’ come la droga e il vizio di bere
Tutto va a rotoli, tutto cade a pezzi
Ma si va avanti comunque facendo due scherzi
E già che ci sono, miei cari artisti
Smettete per una volta di fare i comunisti
Fate come Troskij, levatevi dalle palle
Ché quando vi si offende alzate pure le spalle.
Io sono uno di quegl’idioti che spera ogni giorno
Che una bella canzone possa cambiare il mondo
Ma siate realisti, e non creduloni
Non fateci fare la figura dei coglioni.
Mi piacerebbe anche parlare coi bambini
Sportivi professionisti e amabili cretini
Da grandi imparerete a odiare i vostri cari
Per avervi insegnato a vivere da schiavi
E ora onorevoli signori politici
È il momento che vi dica che siete tutti stitici
Che non si capisce mai da che parte stiate
Mi auguro che almeno in parlamento cachiate.
Ai ribelli da salotto e da social network
L’Italia è in crisi da più di un secolo
E arrivate voi, ma con quali idee fresche
Se sono già marce nelle vostre teste?
Eh già, scusate, io non avevo il diritto
Di offendervi persino davanti a Gesù Cristo
Ma almeno una volta in questo schifo di vita
Mi piacerebbe dirvi che voglio farla finita
E dopo a casa accendete il televisore
Accendete il computer e ascoltate il Signore
Che vi dirà, spero, tutta la verità
Che io sono un ciarlatano che vi odia e vi odierà
E non seguite, mi raccomando, chi semina odio
Ché poi sarà tempesta in TV e in radio
Andate all'obitorio con un grasso sorriso
Perché in fondo, vi dico, è quello il Paradiso.
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La Malavoglia Pisa, Italy
LA MALAVOGLIA
Songs written in the light of the streets while the shadow grows behind
EST. 2013
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